Trentennale della Misericordia di Rosolini, impegno per tutti i volontari. Messagio del Governatore Nino Savarino - Rosolini 1 gennaio 2025
1995 – 2025: TRENTENNALE DELLA MISERICORDIA DI ROSOLINI, IMPEGNO PER TUTTI I VOLONTARI
MESSAGGIO DEL GOVERNATORE NINO SAVARINO
Rosolini 1 gennaio 2025
Inizia il 2025 e in tutti noi c’è il desiderio che sia un anno di pace, di giustizia, di serenità, di speranza.
Papa Francesco, nell’omelia di apertura della Porta Santa, lo scorso 24 dicembre 2024, ha detto “Impariamo dall’esempio dei pastori: la speranza che nasce in questa notte non tollera l’indolenza del sedentario e la pigrizia di chi si è sistemato nelle proprie comodità – e tanti di noi, abbiamo il pericolo di sistemarci nelle nostre comodità –; la speranza non ammette la falsa prudenza di chi non si sbilancia per paura di compromettersi e il calcolo di chi pensa solo a sé stesso; la speranza è incompatibile col quieto vivere di chi non alza la voce contro il male e contro le ingiustizie consumate sulla pelle dei più poveri. Al contrario, la speranza cristiana, mentre ci invita alla paziente attesa del Regno che germoglia e cresce, esige da noi l’audacia di anticipare oggi questa promessa, attraverso la nostra responsabilità, e non solo, anche attraverso la nostra compassione”.
Sono parole forti, che ci scuotono nel profondo. Se vogliamo un mondo in cui ci sia pace vera, serenità e dove si pongano fine alle tante ingiustizie personali e sociali, non basta averne il desiderio: dobbiamo agire, sbilanciarci, alzare la voce contro il male e le ingiustizie; dobbiamo essere audaci, responsabili e compassionevoli.
Il mondo non cambia da solo: esige il nostro agire.
Mi ritornano in mente le parole del nostro Presidente delle Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciate nel messaggio di fine anno di ieri sera: “Cosa significa concretamente coltivare fiducia in un tempo segnato, oltre che dalle guerre, da squilibri, da conflitti? Vi è bisogno di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme… Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza…Perché la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte”.
Mi sento chiamato in prima persona dalle esortazioni di questi due giganti del nostro tempo, Papa Francesco e il Presidente Mattarella. Cosa posso fare nel mio piccolo?
La risposta all’apparenza semplice è molto impegnativa e necessita un cambio culturale e di vita: fare il mio dovere di cittadino e vivere appieno il mio essere cristiano. In altre parole: essere un buon cittadino, rispettoso e geloso dei valori costituzionali, e con l’aiuto di Dio, attuare quella rievoluzione delle Opere di Misericordia che rappresenta il vademecum per contribuire veramente e concretamente alla costruzione di un modo di pace, giusto e pieno di speranza.
Desidero ringraziare per questo il mio fraterno amico Luigi Spadoni che dedica la sua vita e le sue energie nella missione di misericordia. Come non cogliere un programma di vita nelle parole che Luigi ebbe a dire nel discorso pronunciato quando divenne cittadino onorario di Rosolini: “Mi auguro di poter continuare ad interessarmi, oltre agli ultimi delle periferie del nostro pianeta anche quelli della nostra terra e di poter contribuire, insieme a loro, a generare uno spazio a misura di uomo, perché uno spazio a misura di uomo è uno spazio migliore per tutti… Aiutiamoci a rimanere umili e piccoli, ma con il cuore grande; umili e piccoli in fondo alla fila per non perdere nessuno, umili e piccoli”.
Ho ancora presenti, poi, le parole del nostro amato vescovo di Noto, mons. Salvatore Rumeo, dello scorso 29 dicembre 2024, dette durante l’omelia dell’apertura del Giubileo nella Basilica Cattedrale di Noto: “Rianimiamo, allora, la speranza. Non fermiamoci. Pratichiamo la strada che è Cristo, fonte di vita e di verità. È nell’incontro con il Signore Gesù che riusciamo a leggere il cuore di tutti, a fasciare le ferite dei deboli ed ascoltare le loro dolorose angosce… Liberiamo la nostra coscienza dalle antiche e nuove forme di schiavitù, da atteggiamenti infantili di puro egoismo e distruggiamo le maschere di false sicurezze”.
Queste alte esortazioni le faccio mie e le trasferisco a tutti i volontari e confratelli della mia Misericordia che proprio quest’anno si accinge a celebrare il suo trentennale di vita.
Sarà un periodo che durerà l’intero anno 2025, durante il quale abbiamo messo in cantiere una serie di iniziative che non hanno uno scopo solamente e meramente celebrativo. Vogliono essere un’occasione di crescita personale e comunitaria per tutti i volontari e, allo stesso tempo, un impegno di buona cittadinanza. Vogliono soprattutto orientarci a vivere il nostro essere cristiani attraverso la costante attuazione delle opere di Misericordia, partendo dagli ultimi perché non siano più ultimi, e costruire insieme una società e una comunità accogliente, laboriosa, giusta e nella quale ci sia pace e speranza.
Nell’esortare la Misericordia di Rosolini a mettersi dunque in azione senza indugio, invito tutti i volontari e confratelli a mettersi al servizio della Speranza e auguro un trentennale ricco di misericordia.