SALUTO DEL GOVERNATORE NINO SAVARINO
Quando ci fu proposto, nel 1995, di costituire a Rosolini una Confraternita di Misericordia, non immaginavamo nemmeno lontanamente quale grande ed intensa esperienza stavamo per intraprendere.
Ci trovammo di fronte, io e gli altri soci fondatori, ad una realtà associativa con una storia e una tradizione ultrasecolare, per niente statica, anzi effervescente e dinamica, assolutamente radicata e presente nella società d’oggi, già proiettata, per sua stessa natura, ad affrontare il futuro.
I primi tempi sono stati necessariamente difficili, perché costretti ad affrontare ogni tipo di problemi, da quello economico a quello della gestione del personale volontario, da quello dell’inserimento sociale a quello della diffidenza.
Ma più passavano i giorni più ci accorgevamo che ogni problema e ogni difficoltà, se affrontati secondo lo spirito proprio delle Misericordie, che è spirito di servizio in favore degli ultimi, svanivano e la soluzione veniva facilmente in essere.
Col tempo ci siamo radicati nella società rosolinese (ma anche dei paesi circostanti) così che oggi possiamo affermare di esserne parte viva e integrante.
Tutto questo, ovviamente, non è dovuto alle nostre capacità o bravure. Per noi, che fermamente crediamo al messaggio evangelico, ogni successo è il frutto dell’azione dello Spirito di Gesù.
Così, giorno dopo giorno, siamo cresciuti apprezzando l’alta funzione cristiana e sociale svolta dalle Misericordie d’Italia.
Fin da subito abbiamo voluto estendere questa esperienza a quante più persone possibile, soprattutto giovani. E all’appello hanno risposto in tanti, anche se non sono mai sufficienti rispetto alle aspettative di chi ha bisogno di essere aiutato.
Per questo rinnoviamo sempre l’invito ad aiutare la nostra Confraternita, ciascuno secondo le proprie capacità: diventando volontario o sostenendone materialmente e spiritualmente le iniziative.
Non è necessario fare gesti eclatanti. E’ sufficiente un intervento discreto secondo le indicazioni fornite dal cuore.
Ricordiamo: mille candele spente non possono accenderne nemmeno una, ma una candela accesa può accenderne una, mille, un milione.
Nino Savarino