Le belle vie di HIC SUM. Acireale e Rosolini, festa di incontri - Acireale 1 aprile 2022
LE BELLE VIE DI HIC SUM. ACIREALE E ROSOLINI, FESTA DI INCONTRI
Acireale 1° aprile 2022
di Nino Savarino
Arriviamo ad Acireale, io e Nino Armeri, verso le dieci di questa mattina.
Dobbiamo incontrare la carissima Selene Pera, colonna portante della Fondazione Spazio Spadoni, che giunge dalla Toscana per incontrare a sua volta Suor Filipina, la suora che, grazie al progetto Hic Sum, ha fatto esperienza missionaria presso la Misericordia di Acireale.
Suor Filipina viene dalla Tanzania ed è qui in Sicilia da sei mesi. Verso la fine di aprile ritornerà in Africa dove continuerà la sua esperienza di Misericordia.
Ci siamo dati appuntamento proprio sotto il vescovado, perché l’Istituto San Benedetto, retto dalle suore Figlie di Maria Ausiliatrice, dove si trova suor Filipina, è a poche decine di metri dal Duomo acese.
È subito una festa che, di li a poco, avrebbe regalato altre belle sorprese.
Intanto, mentre aspettiamo l’arrivo di Selene, giunge a salutarci Lucia Leocata, collega avvocata che non vedevo da anni e a cui mi lega una profonda e sincera amicizia.
Poco dopo giungono Selene, Sebastiano Leonardi, Governatore nella Misericordia di Acireale e Graziella Spoto, membro del Collegio dei Probiviri.
L’abbraccio con Selene è lungo e forte, di quelli che solo veri e sinceri amici sanno darsi.
Tutti insieme ci rechiamo al San Benedetto. Varcato il portone d’ingresso ci troviamo in una dimensione di gioia verace.
A venirci incontro, cinta di un grembiule floreale, è Suor Fina.
“Mi chiamo Suor Fina, come la benzina” ci dice presentandosi con un sorriso e una carica di simpatia enormi. E, mentre ci racconta di alcune sue disavventure ai piedi, fra una battuta e l’altra, chiama al cellulare Suor Nunziatina, la Madre Direttrice e Suor Filipina.
Entrambe giungono poco dopo.
Nel vedere Suor Filipina, il mio pensiero va subito al suo lungo viaggio per giungere ad Acireale dalla Tanzania; un viaggio di migliaia di chilometri fatto per conoscere le Misericordie, la loro storia e condividere insieme un progetto che sta tessendo una rete di relazioni umane e cristiane che mette in contatto donne e uomini diversi per cultura, geografia, storia personale e tradizione, ma uniti nell’unica missione di fede.
Suor Nunziatina ha un sorriso delicato, dolce, bello. Ci accoglie con la gioia della sorella; di più, della mamma.
Quando poi le dico che veniamo da Rosolini, esclama: “ma qui con noi c’è una suora che è rosolinese!”.
“Davvero? E come si chiama?” domando con giusta curiosità.
“Suor Pierina Carpanzano”.
Subito, io e Nino ci mettiamo ad indagare per capire “a quale famiglia appartiene” (come diciamo dalle nostre parti).
“Ora la chiamo e la faccio venire” ci dice mentre ci dirigiamo verso il refettorio.
Qui Selene mostra a Suor Filipina come si fa la candeggina in casa usando acqua, sale e un congegno (che la suora porterà con sé in Tanzania) con il quale, se non ricordo male, si fa l’elettrolisi.
Abbiamo ascoltato meravigliati la spiegazione: la candeggina sarebbe diventata una importante risorsa in Africa.
Ed ecco giungere Suor Pierina, una vispa ottantenne che, proprio quest’anno, festeggia i suoi primi sessant’anni di professione solenne.
Quant’è piccolo il mondo! La madre ci spiega che la sua famiglia a Rosolini abitava in via Cancelliere.
"Via Cancelliere?” chiedo per conferma. “Io abitavo proprio lì vicino. Allora avrà conosciuto certamente mio papà”.
Quando le dico che mio papà si chiamava Francesco, inteso “u ralugghiaru” (l’orologiaio), esclama: “Don Franciscu! Come no? Certo che me lo ricordo”. E aggiunge che ha ancora la sorella e il cognato a Rosolini: Mariuccia e Carmelo Di Martino, miei carissimi amici.
Le vie del Signore sono davvero inimmaginabili e piene di belle sorprese.
Giunge infine il momento della foto di gruppo.
Sistemati sotto la statua della Madonna Ausiliatrice, al centro del grande cortile interno, immortaliamo l’incontro con uno scatto di cellulare e, subito dopo, suor Pierina mi chiede di inviarle quell’altra foto che poco prima, io e Nino Armeri, avevamo fatto insieme a lei.
“E dove gliela mando?” chiedo.
“Ma su WhatsApp, no?” risponde.
Meraviglioso. In questo preciso momento invidio la sua bella giovinezza.
Ecco, se dovessi definire l’essenza dell’esperienza Hic Sum, direi senz’altro che è racchiusa nel sorriso, nella gioia e nella bellezza d’animo di queste suore.
Il mio pensiero corre in Messico, a Suor Helena Perla e Suor Angelica che, a Dio piacendo, dovrebbero giungere a Rosolini, nella nostra Misericordia, nella nostra parrocchia, nella nostra comunità cittadina fra poche settimane.
E, se tanto ci dà tanto, sarà anche quello un incontro di festa, impreziosita della presenza fra noi – è questo il mio grande desiderio – del grande Luigi Spadoni e della cara Selene Pera.
Un’ultima notazione.
Anche Sebastiano Leonardi, il governatore della Misericordia di Acireale, assieme a Graziella e ad altri confratelli, sarà presto nostro ospite. Vuole venire a Rosolini per riabbracciare le suore Visitandine che lui stesso ha accompagnato a Rosolini lo scorso ottobre, quando, chiuso il monastero acese, le suore si sono trasferite in quello del nostro santuario del Sacro Cuore.
Quante cose ci legano ad Acireale!
Senza dimenticare mons. Giuseppe Malandrino, vescovo emerito di Noto, che è stato per lunghi anni amato vescovo di Acireale.
Noi siamo grati a mons. Malandrino perché, durante il suo ministero episcopale, è stato grande amico della Misericordia di Rosolini.